Le imprese della filiera moda hanno bisogno di professionisti capaci di cogliere le opportunità della transizione sostenibile. Il sistema scolastico e accademico, però, si muove con tempi più lenti rispetto alle esigenze del mercato. Per colmare questo gap di consapevolezza, al via dal 2 marzo il percorso 4sustainability di training online per formare i futuri Sustainability Manager!
Valorizzazione della sostenibilità, promozione della natura e, ancora, pensiero critico, capacità di adattamento, iniziativa individuale. Sono soltanto alcune delle 12 competenze chiave individuate dalla Commissione Europea per far crescere la cultura della sostenibilità, come impone il Green Deal, il piano per decarbonizzare il Continente. Nelle pagine del report GreenComp, pubblicato a gennaio 2022, le istituzioni dell’Unione mettono nero su bianco che la sostenibilità – intesa sia nella sua accezione più valoriale che in senso tecnico-scientifico – deve diventare parte integrante dei programmi educativi a tutti i livelli, dalla scuola primaria alla formazione professionale.
Considerata la complessità della sua filiera, la moda è senza dubbio tra i settori che hanno urgente bisogno di introdurre competenze in materia. Sono sempre di più le aziende alla ricerca di figure che supportino la transizione dei loro modelli di business verso la sostenibilità. Figure che però, attualmente, sono molto difficili da reperire sul mercato.
La proposta di Process Factory
Per rispondere in modo puntuale a questa esigenza, Process Factory lancia un nuovo percorso di training per Sustainability Manager, sviluppato ad hoc per la filiera moda e qualificato AICQ Sicev, il più importante ente italiano di certificazione delle competenze. Si tratta di un piano agile di formazione online in 10 moduli per creare consapevolezza sui temi della sostenibilità rilevanti per il comparto, accompagnando la crescita delle risorse che già lavorano nella filiera e dotando delle conoscenze di base chi punta a candidarsi per il ricercatissimo ruolo di Sustainability Manager. Sono aperte le iscrizioni sia per la sessione primaverile, in programma dal 2 marzo al 5 maggio 2022, sia per la sessione autunnale, dal 22 settembre al 24 novembre 2022. Le lezioni, della durata di due ore e mezza ciascuna, si potranno seguire in diretta streaming.
Durante il percorso formativo il team di Process Factory metterà a frutto l’expertise maturata con 4sustainability®, framework di implementazione e marchio che garantisce le performance di sostenibilità della filiera del fashion & luxury. Un sistema che finora è stato scelto finora da oltre 160 aziende, tra brand internazionali e realtà della filiera italiana.
Competenze per crescere sostenibili
“Troppo spesso ci si focalizza soltanto sui costi della transizione verso la sostenibilità, ma la verità è che si tratta di un’enorme opportunità di crescita economica e professionale”, dichiara Francesca Rulli, CEO di Process Factory e ideatrice di 4sustainability. “Con questo percorso di training, Process Factory intende contribuire alla crescita professionale di chi già lavora nel comparto moda, trasmettendo quelle competenze che sono indispensabili per restare al passo con gli sviluppi del settore. Sosteniamo da sempre che integrare la sostenibilità nel modello di business è prima di tutto una questione culturale, perché senza conoscenza e metodo non si realizzano performance ambientali e sociali. Un piano di formazione online, agile e progettato ad hoc, può rivelarsi molto competitivo per cominciare a colmare ora e subito questo gap di competenze”.
Le sfide aperte per il fashion
I temi su cui la moda dovrà lavorare, d’altra parte, sono tanti e dirimenti. Con il Fashion Industry Charter for Climate Action, lanciato nel 2018 e rinnovato alla Cop 26 di Glasgow, decine di brand si sono impegnati a prefissare target di decarbonizzazione basati sulla scienza o, in alternativa, a dimezzare le proprie emissioni di gas serra entro il 2030 (e non più solo ridurle del 30%, come prevedeva la prima versione). A partire da novembre 2021, ciascuno di essi ha dodici mesi di tempo per specificare le strategie e i metodi con cui intende raggiungere questo traguardo. Ogni firmatario promette inoltre di coinvolgere i fornitori nella riduzione delle emissioni, anche tramite meccanismi incentivanti, e di definire obiettivi di abbassamento dell’impatto climatico delle materie prime ritenute prioritarie. Promesse ambiziose e onerose che sono state fatte proprie da gruppi del calibro di Kering, Primark, Adidas, H&M e molti altri.
Sustainability Manager: chi ce l’ha, performa meglio
Nel mercato del lavoro c’è quindi ampio spazio per figure esperte di sostenibilità, anche nel nostro Paese. Sono oltre 441mila le imprese italiane che hanno investito in tecnologie e prodotti green nel quinquennio 2016-2020, conferma il rapporto Green Italy 2021 di Fondazione Symbola.
E sono imprese che esportano, innovano e creano occupazione più delle altre. Tra le realtà del comparto manifatturiero di dimensioni comprese tra i 5 e i 499 addetti, il 14% di quelle che hanno investito nella sostenibilità prospettano un aumento di fatturato per il 2021, contro un 9% delle altre.
Nel settore moda, in particolare, una recente ricerca condotta su 100 aziende che hanno aderito alla roadmap 4sustainability dimostra che le performance migliori sono associate proprio alla presenza di un Sustainability Manager. Questo principio resta valido per tutte le sei dimensioni monitorate: tracciabilità, riduzione dell’impatto ambientale, materie prime sostenibili, economia circolare, aspetti sociali e buona chimica.