La collaborazione è stata il filo conduttore dell’11ma edizione dell’Evento 4sustainability 2024 ospitata nella splendida cornice dell’ARchivio Tessuti FASAC. Oltre 350 gli ospiti accreditati.
Nell’ultimo quinquennio, le istituzioni europee hanno messo la transizione sostenibile al centro della propria agenda, anche attraverso l’introduzione di norme che hanno conseguenze rilevanti sull’operato delle imprese, a partire dalla CSDDD (la direttiva sulla due diligence) e dalla CSRD (la direttiva sul reporting di sostenibilità). Tutto fa pensare che, con la riconferma di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea, la direzione resti quella tracciata.
Se una parte del mondo dell’industria ha reagito paventando i costi e le complicazioni burocratiche che ne deriveranno, i brand e la filiera italiana del fashion & luxury – riuniti per l’Evento Annuale 4sustainability – hanno voluto lanciare un messaggio di segno opposto: la misurazione del proprio impatto ambientale e sociale è un’opportunità da cogliere, all’insegna della collaborazione e dell’armonizzazione dei metodi e delle tecnologie.
È questo il tema dell’Evento, intitolato non a caso Connection Wires | Imprese e sistemi collaborativi per superare la sfida normativa. A ospitare questa undicesima edizione, giovedì 3 ottobre, è stata FASAC 1955, eccellenza del distretto serico comasco. Promotrice, come sempre, è la società di consulenza Process Factory (Gruppo YHub) con 4sustainability®, l’innovativo framework per la riduzione d’impatto ambientale e sociale del fashion & luxury.
Insieme a The ID Factory (società di Information Technology specializzata in soluzioni digitali per la tracciabilità) e Ympact (società benefit e piattaforma per la misurazione degli impatti ambientali e sociali sviluppata per consentire l’applicazione su larga scala del framework 4sustainability), Process Factory ha dato vita a YHub, il primo gruppo di servizi innovativi e piattaforme digitali dedicato alla realizzazione di progetti virtuosi per la tracciabilità e la sostenibilità nel settore moda. Un ecosistema che riunisce oggi oltre 3mila aziende tra brand e imprese della filiera, l’80% delle quali italiane. Imprese che, anche anticipando gli obblighi di legge sul Digital Product Passport, si sono impegnate a monitorare, comunicare e ridurre i propri impatti affidandosi a una metodologia solida e a piattaforme tecnologiche validate.
“Da tempo ci impegniamo per un sistema di monitoraggio della catena di fornitura che supporti le piccole e medie imprese attraverso dati e requisiti armonizzati. Oggi possiamo risparmiare alle aziende richieste eterogenee e ripetuti adempimenti burocratici, che sottraggono risorse agli obiettivi di riduzione dell’impatto produttivo,” spiegano Francesca Rulli e Massimo Brandellero, Co-founder del Gruppo YHub, a margine dell’evento. “Raccolte dati armonizzate, verifiche e piattaforme interconnesse e interoperabili rappresentano la via per semplificare il lavoro delle imprese, permettendo di concentrare gli investimenti sulle azioni che riducono l’impatto ambientale e sociale, vero obiettivo del percorso che il sistema moda deve perseguire. La buona notizia è che brand e filiera hanno iniziato a collaborare come alleati alla pari. Lavorando con migliaia di imprese, possiamo confermare che l’apertura dei brand da un lato e il contributo della filiera dall’altro stanno avvicinando sensibilmente gli obiettivi di riduzione dell’impatto”.
Speaker prestigiosi sul palco
Dopo i saluti introduttivi di Francesca Rulli e Federico Curti (FASAC SpA) e il Think Tank di filiera in cui gli imprenditori – rappresentati sul palco da Andrea Crespi (Eurojersey), Vincenzo Cangioli (Lanificio Cangioli) e Dino Masso (Tintoria e Finissaggio 2000) – hanno messo in luce le difficoltà del momento, ma anche le possibili soluzioni, sempre Francesca Rulli e Massimo Brandellero si sono confrontati sugli Ecosistemi collaborativi a supporto del cambiamento. Mettendo bene in chiaro come, in un momento di grande fermento normativo e di mercato, l’armonizzazione dei metodi e l’interoperabilità fra sistemi sia l’unica risposta all’entropia. La collaborazione è però possibile solo se cambia la mentalità. Le tecnologie e le certificazioni, in questo senso, non sono il fine, ma se il fine è chiaro, possono essere strumenti funzionali a raggiungerlo prima e meglio.
L’evento è stato anche l’occasione per comunicare la creazione di un tavolo di lavoro tra brand e imprese della filiera. Brand rappresentati sul palco da Mickaël Maniez (Kering Group) e Davide Triacca (Ferragamo). Maniez si è detto consapevole delle forti difficoltà incontrate finora dai fornitori nella raccolta di dati di qualità e nella loro comunicazione a partner diversi. Triacca ha sottolineato come fornitori che garantiscono buone performance ESG (ambientali, sociali e di governance) espongano il brand a minori rischi e meritino dunque condizioni più vantaggiose.
Il professor Hakan Karaosman (Cardiff University) ha poi tenuto un keynote speech dal titolo Una transizione giusta e sostenibile, sottolineando come i brand della moda debbano il loro successo alle competenze dei fornitori e dunque abbiano la responsabilità di coinvolgerli in un processo di decision making autenticamente inclusivo.
A seguire, la conversazione tra Maria Cristina Cucchetti (Mario Cucchetti Tessuti), Federico Curti (FASAC), Francesco Gentili (Gentili Mosconi) e Sergio Tamborini (Ratti). L’Evento è proseguito quindi con l’intervista a Federico Marchetti e Riccardo Stefanelli (Brunello Cucinelli) sul tema L’industria della moda tra twin transition e umana sostenibilità. Stefanelli ha rimarcato la necessità di assicurare dignità (anche economica) ai lavoratori della filiera. Solo chi garantisce un flusso di lavoro programmato e valorizzato mette i fornitori nelle condizioni di offrire a loro volta buoni standard di lavoro e di pianificare il proprio futuro. Marchetti ha ripercorso una storia di innovazione che lo vede collaborare oggi anche con Re Carlo III nella realizzazione, tra le altre cose, del passaporto digitale di prodotto e di due progetti di agricoltura rigenerativa, in collaborazione con due primari brand del lusso.
Le riflessioni finali, con uno sguardo al 2025, sono state affidate a Massimo Brandellero, Matteo De Angelis e Francesca Rulli (YHub). Oltre 350 gli ospiti accreditati, in rappresentanza di più di 30 brand del fashion & luxury, oltre 70 aziende della migliore filiera produttiva e i principali gruppi italiani di aggregazione, organizzazioni internazionali, esperti di innovazione e tecnologie a supporto della transizione sostenibile del settore.
Innov(azione) e umana sostenibilità
Dichiara Federico Marchetti, innovatore digitale, founder di Yoox Net-A-Porter Group, ora a capo della SMI Fashion Task Force: “Il messaggio che vorrei lasciare a margine dell’Evento 4sustainability 2024 è legato a due parole-chiave: una è innovazione e l’altra azione, fra le quali esiste peraltro un’evidente convergenza semantica. Innovazione perché penso che solo l’innovazione potrà salvare il pianeta: se continueremo a fare le cose come abbiamo sempre fatto, lasceremo alle nuove generazioni un pianeta ancora peggiore di quello che abbiamo trovato. Azione perché non c’è più tempo da perdere. Unire azione e innovazione è fra gli obiettivi della Fashion Task Force di Re Carlo III che ho l’onore di guidare: tutte le aziende e brand che ne fanno parte stanno accelerando sull’implementazione dei tanti progetti concreti e tangibili che stiamo portando avanti sul campo.”
“A Solomeo coltiviamo da sempre una grande attenzione alla qualità delle relazioni umane a tutti i livelli”, afferma Riccardo Stefanelli, Amministratore delegato di Brunello Cucinelli. “Ci impegniamo a mantenerla il più possibile coerente con l’alta qualità artigianale dei nostri manufatti esclusivi, pensati per durare nel tempo. Questi ultimi sono i veri e propri ambasciatori del nostro modo di lavorare e di intendere l’Impresa, grazie a una sostenibilità ad ampio raggio che ha al centro le persone. I nostri collaboratori rappresentano per noi l’elemento più virtuoso dell’intera filiera e l’Evento 4sustainability di quest’anno, del resto, non fa che confermare come quella della connessione sia la giusta via per un futuro sinergico, nel segno della sostenibilità”.