L’adesione di Successori Reda al framework 4sustainability nasce da una visione orientata alla sostenibilità che ha radici profonde e che ha già portato il Lanificio piemontese a ottenere il livello excellence nell’implementazione del protocollo 4s CHEM per l’eliminazione delle sostanze chimiche tossiche e nocive dai cicli produttivi.
Successori Reda è un lanificio storico, tra le eccellenze assolute di un distretto tessile come quello biellese che è a sua volta sinonimo di qualità Made in Italy. Fondata nel 1865, l’azienda ha con la sostenibilità dei trascorsi “antichi”, che poi significa una cultura manageriale e manifatturiera naturalmente orientata all’innovazione nel rispetto dell’ambiente.
Ora, sappiamo bene che la trasformazione del business in ottica sostenibile richiede un ripensamento globale delle proprie politiche, della propria organizzazione, del proprio pensiero. La sostenibilità, in altri termini, è una scelta radicale che implica il coinvolgimento di tutte le funzioni aziendali, di tutti gli anelli della filiera produttiva e di tutti i processi, interni ed esterni. C’è chi parte dall’abc e c’è chi, come Successori Reda, costruisce su buone fondamenta.
Sulla chimica, prestazioni d’eccellenza
L’adesione a 4sustainability s’inserisce in questo solco, traducendosi in un rapporto di collaborazione e sviluppo che ha già portato il Lanificio ad ottenere il livello excellence nell’implementazione del protocollo 4s CHEM per l’eliminazione delle sostanze chimiche tossiche e nocive in linea con la metodologia ZDHC.
Meritare il livello excellence – nel caso di Reda con un lusinghiero 87% di rating – significa aver superato i requisiti richiesti dal mercato e dalle normative vigenti, impostando le azioni necessarie a performare ancora meglio in una logica di miglioramento continuo. E non solo sulla chimica. La tracciabilità è infatti il terreno su cui si sta sviluppando la collaborazione con Process Factory, con l’attivazione del protocollo 4s TRACE per l’ingaggio dei fornitori e il monitoraggio della filiera.
People first
Ma quali sono i fattori che hanno favorito questo iter virtuoso? Il fattore culturale, anzitutto, che abbiamo già in parte anticipato. Reda ha una filosofia orientata da sempre all’innovazione, che interpreta non solo in termini di tecnologia ma anche e soprattutto di soluzioni idonee a produrre tessuti performanti ma a ridotto impatto ambientale, missione per cui si avvale di un dipartimento strutturato di R&S.
Un punto di forza è poi da sempre l’attenzione alla dimensione sociale della sostenibilità. Formazione professionale, benessere organizzativo, smart working, affiancamento per i nuovi assunti… Le persone al centro, insomma.
Tra i fattori critici di ogni successo, le persone hanno giocato anche in Reda un ruolo-chiave. E se a chi guida l’azienda va certamente il merito di aver formalizzato ruoli che nel tessile non sempre sono presenti, come quello di sustainability manager e di chemical manager, è giusto sottolineare la passione o e la reattività di quanti oggi ricoprono questi ruoli, perché anche a questo si deve, sulla chimica, il raggiungimento del massimo risultato in tempi minimi.
L’impegno ambientale
Un’altra scelta felice del management è quella di dotarsi di allevamenti di proprietà, potendo così controllare nel modo più diretto la fase d’ingresso delle materie prime determinante per improntare alla sostenibilità i successivi processi produttivi.
La maggior parte della materia prima proviene da Australia e Nuova Zelanda, terre di lane pregiate e mete di viaggio per i dipendenti a cui ciclicamente viene offerta l’occasione di visitare le farm per prendere consapevolezza e formarsi alla cultura sostenibile dell’azienda.
Capitolo ambiente. Reda misura l’impatto della sua produzione dal lontano 2004, anno a cui risale anche la prima certificazione EMAS, il sistema di eco-gestione che assicura il pieno rispetto degli standard legislativi e il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali. Nell’impianto di Valle Mosso, si produce energia da fonti rinnovabili, si riciclano gli scarti per produrre le imbottiture o la flanella cardata con i sottoprodotti e si alimentano tutte quelle buone pratiche che, nel 2020, fanno di Reda la prima azienda tessile italiana a ottenere la certificazione B Corp.
È un traguardo importante, da leggere come formalizzazione del suo impegno non solo a “crescere sostenibile”, ma a soddisfare i più alti standard di performance sociale e ambientale, di trasparenza e responsabilità, avvalendosi all’occorrenza di framework come 4sustainability in grado di sostenere questa complessa architettura, di strutturare e monitorare nel tempo il livello di implementazione delle iniziative di sostenibilità e le relative performance.
Una roadmap di collaborazione per la produzione sostenibile
“L’importante traguardo raggiunto sul chemical management è in linea con la direzione aziendale orientata da decenni verso un miglioramento continuo della sostenibilità”, afferma Francesco Botto Poala, COO di Successori Reda. “È fondamentale che ogni realtà si misuri per continuare a migliorarsi. La collaborazione con Process Factory, che si sta già sviluppando su nuovi fronti come quello della tracciabilità, è l’evidenza che la sostenibilità è un traguardo che si raggiunge insieme, facendo squadra con chi condivide la nostra stessa visione.”
“È una grande soddisfazione affiancare aziende come Successori Reda, che interpretano con intelligenza e progettualità costante sia la dimensione strategica e visionaria dei modelli di business sostenibili attraverso la certificazione B Corp, sia l’implementazione di iniziative-chiave per la riduzione di impatto del comparto moda”, sottolinea Francesca Rulli, CEO di Process Factory. “Collaborare con un management che accoglie con entusiasmo ogni sfida rendendosi disponibile a misurare la generazione di valore della sostenibilità è un’opportunità utile anche a migliorare le nostre metodologie. Una roadmap di collaborazione sul concetto di ‘produzione sostenibile’ che mi auguro valga da esempio e ispirazione per tutto il settore”.