Il Report di Sostenibilità è il risultato di un processo che le imprese realizzano per dare evidenza agli stakeholder delle proprie performance in ambito economico sociale e ambientale. Questa definizione e quelle più ampie offerte dalla European Court of Auditors o dalla Global Reporting Initiative, tra gli altri, pongono l’accento proprio sul termine processo, perché è ancora troppo diffuso l’errore di assimilare le attività di rendicontazione con il suo prodotto finale, quello che volgarmente chiamiamo “bilancio di sostenibilità”.
Il contesto e le spinte normative
Dagli anni Ottanta del secolo scorso, indicativamente, il ruolo delle aziende viene ridefinito in ragione dell’impatto che queste esercitano sull’ambiente e la comunità. Emerge la necessità, per le imprese, di integrare nelle proprie strategie i bisogni che la collettività esprime nei loro confronti, prendendo in considerazione aspetti legati non più solo al profitto e facendone un resoconto coerente, comprensivo di informazioni qualitative e quantitative sugli effetti del proprio operato e la propria capacità di generare valore.
Sul piano normativo e finanziario, le misurazioni ESG – Environmental Social and Governance acquistano un peso sempre maggiore nel concetto di Responsabilità Sociale d’Impresa – RSI, intesa come l’insieme delle responsabilità, derivanti da doveri estesi di natura fiduciaria, che l’azienda ha nei confronti dei propri stakeholder. Un elemento chiave di novità sta nella ricerca di una collaborazione da finalizzare alla distribuzione equa del valore creato e al contenimento degli effetti negativi sugli stakeholder.
E poi ci sono le spinte esterne, tra cui non possiamo non citare la più rilevante fra tutte: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, con i suoi 17 obiettivi (Sustainable Development Goals – SDG) inglobati in un grande programma d’azione per un totale di 169 traguardi e inseriti anche all’interno del Global Compact, la più grande iniziativa di sostenibilità aziendale internazionale.
Report di sostenibilità …
Legislatore, mercato, cittadini chiedono dunque alle imprese di fare business con un approccio più etico e attento ai diritti delle persone, all’equilibrio sociale e all’ambiente. Soprattutto, chiedono di essere informati sulle performance connesse attraverso una comunicazione puntuale, periodica e trasparente, che le aziende interpretano per lo più con la redazione di un report di sostenibilità.
Inteso come prodotto del processo di reporting, il report è il documento con cui un’impresa rende conto delle proprie performance di sostenibilità ambientale, sociale ed economica secondo standard globalmente riconosciuti, concepiti per favorire la comparabilità globale delle informazioni.
Il report di sostenibilità è lo strumento attraverso il quale ogni azienda comunica le sue iniziative a tutela dell’ambiente, le politiche attuate nei confronti dei lavoratori, i suoi rapporti con il territorio e la comunità… offrendo un quadro puntuale, completo e trasparente dell’interdipendenza tra i fattori economici, sociali e ambientali caratteristici del contesto in cui l’azienda opera.
Il report esplicita inoltre le modalità di gestione degli aspetti di sostenibilità più rilevanti per l’azienda e i suoi stakeholder, in termini di valori, principi, policy e sistemi di governo, proponendo un quadro prospettico degli impegni e degli obiettivi futuri.
… e processo di reporting
Affinché il report restituisca un quadro di tale complessità è necessario che il processo per la sua redazione sia preciso e accurato, articolato in fasi che possiamo schematizzare come segue.
Definizione del commitment per la sostenibilità
Il processo di reporting è efficace se tutta l’azienda viene ingaggiata nella sua realizzazione. Il punto di partenza coincide con la definizione del commitment da parte dei vertici aziendali, che si impegnano a realizzare un progetto di implementazione e rendicontazione di sostenibilità e a condividerne i principi a tutti i livelli dell’organizzazione, rispondendo alla sfida dei Sustainable Development Goals (SDGs).
Analisi di materialità: individuazione delle tematiche rilevanti
Il secondo step consiste nel determinare i temi di sostenibilità più rilevanti per l’azienda e i suoi stakeholder, quelli che saranno cioè oggetto di implementazione di iniziative specifiche e di successivo approfondimento nel report.
Prevista dai principali standard di sostenibilità, l’analisi di materialità consente di definire una scala di priorità su cui intervenire per orientare il percorso di trasformazione verso modelli di business più sostenibili.
Identificazione dei KPI
Una volta individuati i temi materiali, si procede a identificare i KPI (Key Performance Indicators), ovvero gli indicatori per la misurazione delle performance economiche, sociali e ambientali dell’azienda. Tra gli standard per la rendicontazione di sostenibilità più diffusi, lo standard GRI costituisce il principale riferimento internazionale per le imprese, che ne utilizzano gli indicatori per raccogliere le informazioni all’interno della propria organizzazione.
Raccolta dati
Definiti i KPI, si procede all’effettiva raccolta dei dati tra le varie funzioni dell’organizzazione, alla loro verifica e validazione interna secondo un processo da costruire con le funzioni responsabili.
La raccolta dei dati e la misurazione delle performance sono strettamente correlate ai progetti di implementazione che l’azienda porta avanti nella sua strategia di sostenibilità: se non si fanno i progetti, non c’è nulla da misurare e rendicontare.
Definizione degli obiettivi e piano di miglioramento
I dati raccolti e la misurazione delle performance ottenute vengono analizzati perché l’azienda possa decidere a ragion veduta dove intervenire, definendo gli obiettivi del proprio piano di miglioramento e dunque i termini di riferimento su cui si misureranno i progressi negli esercizi successivi.
Il supporto della tecnologia
Il reporting di sostenibilità deve essere esso stesso sostenibile, il che implica la capacità dell’azienda di costruire un processo di implementazione, raccolta e analisi dei dati robusto e replicabile nel tempo e di portarlo avanti nel modo più agile possibile. Il metodo e la tecnologia sono in questo senso di grande aiuto.
Realizzato con questo approccio, il report di sostenibilità diventa uno strumento potente di misurazione e comunicazione istituzionale verso i propri stakeholder. È il documento principe attraverso cui rendicontare le azioni di sviluppo sostenibile portate avanti nel tempo, è una prova attendibile della veridicità del percorso intrapreso dall’organizzazione per integrare etica e business e costruire sistemi di misurazione trasparenti a prova di greenwashing.
“La sfida più grande ma ineludibile – spiega Francesca Rulli, CEO e Founder di Process Factory – è quella di semplificare la complessità agganciando la rendicontazione alla realizzazione effettiva dei progetti. Non si tratta di scrivere un bel libro, ma di rendere trasparente la misurazione degli impatti positivi che l’organizzazione è in grado di generare. Ecco allora l’idea di un software dedicato alla reportistica di sostenibilità progettato per innovare in termini di concept e tecnologia un processo condotto ancora in modo per lo più manuale, soprattutto dalle piccole e medie imprese.
Per darle seguito avevamo bisogno di un valido partner tecnologico e lo abbiamo trovato in FabricaLab, che già aveva progettato un workflow a supporto della raccolta dati con processi autorizzativi mirati alla generazione di una reportistica strutturata. La piattaforma PC4S è il risultato di una sinergia fra competenze IT e di processo, una soluzione innovativa semplice ma molto potente per aiutare le aziende nel processo di raccolta e gestione dei dati fino all’emissione di un report di sostenibilità avanzato sotto ogni profilo”.