La legge AGEC (Anti-Gaspillage pour une Économie Circulaire) è stata introdotta in Francia nel 2020 con l’obiettivo di migliorare la trasparenza delle informazioni sui prodotti che generano rifiuti e di promuovere la circolarità. Questa normativa rappresenta un passo significativo verso la risoluzione delle sfide legate all’economia circolare e alla sostenibilità, aumentando la consapevolezza dei consumatori, promuovendo la responsabilità dei produttori e incoraggiando un modello di consumo più sostenibile.

Obiettivi principali della legge AGEC

La legge AGEC è organizzata intorno a quattro tematiche chiave.

1. Limitare la produzione di rifiuti e promuovere il riutilizzo, il riciclo e la riparazione

    • Incentivazione delle donazioni alle organizzazioni benefiche.
    • Obbligo di destinare i prodotti invenduti alla donazione o al riciclaggio, invece di distruggerli.

2. Fornire informazioni migliori e più trasparenti

    • Richiesta di etichette che informino i consumatori sulla riciclabilità e la presenza di sostanze pericolose nei prodotti.
    • Obbligo per le aziende di dichiarare la percentuale di materiali riciclati presenti nei prodotti.

3. Eliminare gli imballaggi in plastica monouso entro il 2040

    • Progressiva eliminazione degli imballaggi in plastica non riciclabile.
    • Promozione di alternative sostenibili agli imballaggi in plastica.

4. Migliorare la gestione delle risorse dalla fase di progettazione

    • Promozione dell’ecodesign per facilitare il riciclo e il riutilizzo dei materiali.
    • Sostenere l’innovazione per sviluppare nuovi materiali sostenibili.

Richieste specifiche per l’industria della moda

Dal 1° gennaio 2023, la legge AGEC ha introdotto nuove misure specifiche per l’industria della moda e del tessile. Le aziende devono gestire in trasparenza e comunicare appropriatamente informazioni relative a:

Materiali riciclati

    • La percentuale di materiali riciclati presenti nei prodotti.

Tracciabilità

    • Il paese in cui avvengono le operazioni di tessitura, tintura, stampa e assemblaggio.
    • per le calzature, indicazione dei processi di cucitura, montaggio e assemblaggio finale.

Riciclabilità

    • La capacità effettiva di riciclare i rifiuti convertendoli in prodotti identici o simili.
    • L’assenza di elementi o sostanze che disturbino il processo di riciclo.

Materiali pericolosi

    • La presenza di sostanze pericolose con una concentrazione superiore allo 0,1%.

Microfibre plastiche

    • La presenza di fibre sintetiche nel prodotto qualora la percentuale in peso sia superiore al 50%.

Sanzioni per il mancato rispetto

Dal 1° gennaio 2023, ogni infrazione può comportare una multa fino a 15.000 € per entità legale, oltre a sanzioni per pratiche commerciali ingannevoli. I prodotti la cui ultima unità di stock è stata immessa sul mercato prima del 1° gennaio 2023 saranno esenti.

Implementazione e scadenze

L’obbligo di fornire informazioni sulle caratteristiche ambientali dei prodotti acquistati si applica progressivamente.

  • Dal 1° gennaio 2023: ai produttori con un fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro e almeno 25.000 unità di prodotti immessi sul mercato nazionale ogni anno.
  • Dal 1° gennaio 2024: ai produttori con un fatturato annuo superiore a 20 milioni di euro e almeno 10.000 unità di prodotti immessi sul mercato nazionale ogni anno.
  • Dal 1° gennaio 2025: ai produttori con un fatturato annuo superiore a 10 milioni di euro e almeno 10.000 unità di prodotti immessi sul mercato nazionale ogni anno.

Implicazioni per l’industria della moda

L’entrata in vigore della legge AGEC ha implicazioni significative per l’industria della moda, che è uno dei settori più “toccati” dalla normativa.

  • Aumento della trasparenza: le aziende devono adattarsi a fornire informazioni dettagliate e trasparenti sui materiali e sui processi produttivi.
  • Innovazione e sostenibilità: le aziende sono spinte a innovare per sviluppare materiali riciclabili e processi produttivi più sostenibili.
  • Responsabilità estesa del produttore: le aziende devono assumersi maggiori responsabilità per l’intero ciclo di vita dei loro prodotti, dalla progettazione al post-consumo.

Francesca Rulli, CEO di Process Factory (Gruppo YHub) e fondatrice di 4sustainability, spiega: “La tracciabilità è il primo passo verso la sostenibilità reale. Senza una conoscenza dettagliata della catena di fornitura, è impossibile garantire l’eticità e la sostenibilità dei prodotti. La legge AGEC anticipa per certi aspetti i requisiti del Digital Product Passport: la logica è infatti quella di condividere le informazioni sulla filiera che ha contribuito ai principali processi di realizzazione del prodotto e sulla quota di recupero di materiale attraverso processi di riciclo. La legge AGEC dà inoltre modo di “testare” le normative UE in arrivo e il connesso livello di preparazione delle aziende. L’utilizzo diffuso di tecnologie e piattaforme di tracciabilità e raccolta delle informazioni è fondamentale per gestire la robustezza, la disponibilità e la garanzia dei dati: solo attraverso strumenti tecnologici avanzati supportati da metodologie e framework validati, infatti, il brand e i suoi fornitori possono contribuire alla costruzione di un set di informazioni-chiave sui prodotti”.

I passi fondamentali per rispondere alla legge AGEC

Per poter gestire questa sfida, le aziende sono tenute a raccogliere le informazioni di prodotto richieste con la collaborazione dei propri fornitori. L’obiettivo ultimo è dotare il consumatore di schede-prodotto facilmente accessibili per un tempo di due anni dopo l’immissione sul mercato dell’ultima unità del prodotto stesso.

È facilmente comprensibile come tutte le informazioni richieste dalla normativa siano rilevabili attraverso la conoscenza approfondita dei processi produttivi e, quindi, attraverso la collaborazione con la filiera di produzione.

I passi fondamentali per la costruzione di un sistema di gestione delle informazioni possono essere sintetizzati come segue:

  • scegliere la modalità di raccolta delle informazioni e la tecnologia o piattaforma più idonea alla gestione di un set complesso delle stesse, capace cioè di adattarsi anche al variare dei requisiti normativi
  • mappare i processi e/o i fornitori coinvolti nella realizzazione dei singoli prodotti
  • raccogliere le informazioni in modalità collaborativa e continua
  • definire una procedura di controllo delle informazioni raccolte
  • alimentare automaticamente il formato richiesto di comunicazione al consumatore

Ricapitolando

La legge AGEC rappresenta una sfida significativa per le imprese, un’anticipazione del Digital Product Passport correlata anche ai temi della Due Diligence di sostenibilità delle filiere di produzione (CSDDD). Ogni azienda è chiamata ad acquisire una conoscenza profonda della genesi dei propri prodotti e del loro impatto ambientale in termini di materiali impiegati e processi realizzati.

La collaborazione necessaria con le filiere produttive apre opportunità di comunicazione ulteriori: un riferimento lo abbiamo nell’esperienza di alcuni brand e aziende della filiera produttiva che, attraverso la Piattaforma The ID Factory, non si sono accontentate di geolocalizzare i processi, ma hanno scelto di dare evidenza dei propri fornitori, delle loro performance di sostenibilità e certificazioni. È così che si integrano gli aspetti di valutazione dei fornitori e miglioramento dei loro impatti – gestiti con la piattaforma Ympact e il framework 4sustainability – con le informazioni relative alle caratteristiche al ciclo di vita e relativi impatti del singolo prodotto gestiti con la piattaforma The ID Factory.