di Ludovica Braglia

Con la puntata di dicembre, si è concluso il ciclo di incontri con gli stakeholder del fashion & luxury 4S FORUM, regalandoci una grande soddisfazione, tra le altre: la conferma che un numero crescente di esperti e appassionati del mondo moda stanno indirizzando creatività, investimenti e innovazione verso l’obiettivo comune della responsabilità sociale e ambientale d’impresa.

Nei sei episodi del programma, abbiamo avuto l’opportunità unica di sentire le considerazioni di 25 professionisti direttamente coinvolti nelle dinamiche di filiera e determinati a costruire il loro percorso verso la sostenibilità mettendo in gioco competenze e conoscenza del settore. A seguirli, un pubblico di 40 ascoltatori in media a episodio, altrettanto coinvolti e motivati a ricercare la giusta ispirazione attraverso l’ascolto e l’interazione che 4S FORUM ha garantito.

Aver messo insieme tante persone unite dalla stessa idea di industria sostenibile è un’iniezione di entusiasmo che ci motiva a fare sempre meglio, mettendo a valore le evidenze emerse da ogni dibattito che ho avuto il piacere di moderare. Una bella iniziativa, quella di Process Factory, concepita anche come ponte tra un’edizione e l’altra dell’Evento Annuale 4sustainability.

Un approccio olistico alla sostenibilità

Con gli ospiti del primo episodio Anna Bassoni (Dainese), Luca Bruschi (Successori Reda) e Alessandra Lovisetto (Artknit) – oltre a Francesca Rulli e Giuditta Passini, per Process Factory – abbiamo analizzato il cosiddetto approccio olistico alla sostenibilità nella moda, vale a dire un approccio multidimensionale strutturato per coinvolgere tutti gli attori del sistema. Solo facendo propri i valori di etica e responsabilità nei confronti delle persone e dell’ambiente, si può pensare infatti di trasformare in senso sostenibile i modelli di sviluppo delle aziende e l’operatività di un’industria ancora troppo legata a prassi manageriali “tradizionali”.

La scelta dei materiali

Nel secondo episodio abbiamo parlato con Alberto Candiani (Candiani Denim), Chiara Ferrero (Textile Exchange), Ettore Piacenza (Fratelli Piacenza), Matteo Mantellassi (Manteco) e ancora Francesca Rulli della revisione dei processi di lavorazione dei materiali tradizionali, per arrivare a modalità produttive a minor impatto. Tutti concordi nel rimarcare l’importanza strategica dell’innovazione, oltre che la ricerca e lo sviluppo di materiali alternativi.

Il design per il cambiamento

Non si può parlare di sostenibilità trascurando il design di prodotto. Nell’episodio 3 di 4S FORUM a cui hanno partecipato Camilla Carrara (Zerobarracento), Matteo Ward (WRAD), Anna Detheridge (Connecting Cultures), Lucia Rosin (MEIDEA) e la sustainable designer Daria Martelli, si è dibattuto sul ruolo sempre più ampio che i designer sono chiamati oggi a svolgere e che arriva ad abbracciare non solo estetica e funzione ma anche lo studio degli impatti che il prodotto moda genera lungo il suo intero ciclo di vita. Un ruolo che richiede percorsi di formazione idonei a introdurre i giovani creativi alla cultura della sostenibilità e ai principi dell’economia circolare.

Chimica responsabile

Per il quarto episodio, un tema assolutamente centrale nel primo approccio di tante aziende della filiera alla costruzione della roadmap di sostenibilità: la gestione responsabile della chimica nei processi di produzione. Registriamo anche in questo caso il pieno accordo degli esperti – Elisa Gavazza (ZDHC), Roberto Lucini (Creazioni Digitali), Andrea Venier (Officina +39) e la nostra Francesca Tardelli (Process Factory) – sull’importanza di metodologie e strumenti condivisi per arrivare all’obiettivo comune dell’eliminazione dai cicli produttivi delle sostanze chimiche tossiche e nocive per la salute umana e l’ambiente.

Tracciare la produzione

Come gestire i processi e i relativi flussi di informazioni che servono per arrivare al prodotto finito? La chiave per fare fronte a una filiera frammentata, diffusa e poco trasparente è la tracciabilità. Ma serve una struttura tecnologica all’altezza, in grado di supportare la raccolta e l’accesso a dati reali per il miglioramento delle performance d’impatto. Di questo si è ragionato nel quinto episodio di 4S FORUM, ospiti Paola Laudazi (EON), Massimo Brandellero (The ID Factory) e Olga Pirazzi (Fondazione Pistoletto).

Economia circolare

Non esiste prodotto sostenibile senza una filiera sostenibile”, sottolinea con convinzione Francesca Rulli, che ha aperto e chiuso 4S FORUM intervenendo anche al sesto e ultimo episodio dedicato alla circolarità. Con lei, Giulio Bonazzi (Aquafil), Maria Sofia Gazzotti (Reflaunt), Alessandro Mayer (OtailO) e Alberto Bressan (Seay). Tante le soluzioni creative costruite sui principi dell’economia circolare proposte dal mercato e capaci di rassicurarci sul fatto che gli strumenti innovativi per procedere alla trasformazione circolare dell’industria della moda li abbiamo. Si tratta di applicarli con determinazione crescente, coinvolgendo quanti più attori possibili della filiera moda nella transizione alla sostenibilità.

Senza un’intenzione genuina di voler comprendere e abbracciare il cambiamento, non c’è strategia che tenga. Ecco perché il confronto con persone diverse che condividono lo stesso pensiero è stato così motivante, perché è la prova concreta che siamo in tanti a portare avanti questa importante missione, mossi da una grande dedizione. Rinnovo a ognuno di loro il mio grazie per aver accettato l’invito di Process Factory, contribuendo a fare di 4S FORUM un momento di scambio perfettamente in linea con la nostra idea di rivoluzione sostenibile.

Vi ricordo – e mi fa particolarmente piacere – che tutti gli episodi di 4S FORUM sono disponibili in visione nella sezione Academy della piattaforma Ympact!

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